Artisti contemporanei, tatuatori e tatuati, opere e personaggi del passato si mescolano e dialogano in un percorso suggestivo, che guida il pubblico in un viaggio culturale e artistico del corpo
La pratica del tatuaggio accompagna l’umanità da tempi remoti. Troviamo esempi di questo uso sulle mummie egiziane, sui corpi mummificati rinvenuti in varie località in Europa, Asia, America risalenti a migliaia di anni fa. Nel mondo occidentale il tatuaggio è stato a lungo considerato il marchio della marginalità, della barbarie, della criminalità, nel mondo romano era associato alla ferocia dei Pitti e dei Germani che minacciavano i confini dell’Impero.
La mostra ripropone alcuni passaggi cruciali in cui l’Occidente si nutre di rappresentazioni dell’altro, focalizzando l’attenzione su popoli che praticano in maniera estensiva il tatuaggio e che influenzeranno fortemente la cultura e l’arte contemporanea.
Verranno presentate, grazie ai prestiti del Museo delle Civiltà di Roma, strumenti collegati al tatuaggio provenienti dall’Asia e dall’Oceania, foto storiche scattate dal celebre fotografo Felice Beato nel Giappone degli anni ’60 dell’800 e fotografie, sempre storiche, dei Maori della Nuova Zelanda. A questo si aggiunge una selezione delle stampe del noto artista giapponese Kuniyoshi Utagawa che nel 1827 pubblica una serie di eroi popolari giapponesi noti come i 108 eroi suikoden, famosa per essere diventata un riferimento iconografico per i tatuaggi.
Disegni e oggetti provenienti dal museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso e dal museo di Anatomia di Torino costituiranno parte integrante dell’esposizione nella quale il materiale storico e iconografico si sovrappone e dialoga con la cultura contemporanea del tatuaggio, profondamente influenzata sia dalle tecniche e dagli stili provenienti dall’Asia, sia dalle teorie lombrosiane.
Del tatuatore si apprezzano l’abilità, l’estro, la fantasia creativa e lo stile. Il suo fare deriva dal disegno, ma il suo trasferimento indelebile sulla pelle lo proietta di diritto nell’universo delle arti applicate, arti minori, arti decorative, che gli inglesi chiamavano Arts & Crafts.
Diversi gli esempi in tal senso: il fiammingo Wim Delvoye ha tatuato grossi maiali non destinati all’alimentazione e lasciati morire di vecchiaia; lo spagnolo Santiago Sierra ne fa un uso politico e trasgressivo; il messicano Dr. Lakra si dedica a minuziosi disegni e interventi di street art; l’austriaca Valie Export e la svedese Mary Coble hanno trattato temi legati al femminismo. Tra gli italiani, inoltre, le fotografie ritoccate e decorate da Plinio Martelli, le statue in marmo di Fabio Viale.
Tra i tatuatori contemporanei sono state scelte immagini dei lavori di grandi professionisti noti proprio per il ruolo cruciale che hanno sulla scena contemporanea e la diffusione della cultura del tatuaggio, da Tin-Tin, a Filip Leu e a c. Alle opere di questi influenti personaggi del mondo del tatuaggio, sono affiancati i lavori di altri tatuatori più o meno conosciuti al grande pubblico, sia italiani che stranieri, tra i quali Nicolai Lilin, Gabriele Donnini, Claudia De Sabe, che costituiscono una ristretta rappresentanza di una numerosa, notevole e mutevole comunità di lavoratori del settore.
Quello del tatuaggio è un mondo complesso e sterminato. La mostra, attraverso le diverse sezioni permette un affascinante viaggio tra il tatuaggio orientale e quello occidentale, dal simbolo della marginalità alla potenza espressiva dell’arte contemporanea.
MAO Museo d’Arte Orientale – Via San Domenico 11, Torino
Info tel. 011.4436927 – e-mail mao@fondazionetorinomusei.it – sito www.maotorino.it
Facebook MAO. Museo d’Arte Orientale
Orario mar-ven h 10 -18; sab-dom h 11 – 19; chiuso lunedì.
La biglietteria chiude un’ora prima.
Tariffe Intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte