Marilyn Monroe, ha da sempre rappresentato per me uno di quei personaggi misteriosamente affascinanti. Un’artista. Una dea. Una di quelle rare bellezze che non passano proprio mai di moda.
Qualche giorno fa, ho avuto l’opportunità di assistere alla proiezione stampa di “Love, Marilyn”. Un documentario diretto da Liz Garbus e co-prodotto con Stanley F.Buchtal e Amy Hobby che svela i dietro le quinte della grande regina di Hollywood. La Monroe mai raccontata. In prima assoluta sul grande schermo dal 30 settembre al 2 ottobre in tutte le sale The Space Cinema.
Un viaggio unico, intimo, commovente, nella vita della leggenda, della donna, raccontata attraverso preziose lettere, poesie, memorie, pensieri, riflessioni profonde, annotazioni di vita quotidiana. Un preziosissimo archivio di inestimabile valore, riaffiorato e ritrovato dopo 50 anni all’interno di due scatole nella casa del mastro di recitazione di Marilyn: Lee Strasberg. Perché è stato proprio al grande, unico e solo maestro non solo di recitazione ma anche di vita, al quale M.M. ha voluto lasciare tutti i suoi abiti, quadri, ed effetti personali.
Nel documentario vengono poeticamente lette, interpretate, riportate, attraverso la voce e il volto di attori, critici, giornalisti e registi del presente che intrecciano la loro, a tratti drammatica, lettura con immagini d’archivio di Hollywood “insiders” che conoscevano Marilyn personalmente sia sul set che nella vita privata. Uma Thurman, Lindsay Lohan, Adrien Brody, Glenn Close, Ben Foster, Evan Rachel Wood, Rupert Alle, Jack Lemmon Mailer, Jane Russel, Billy Wilder… una vera e propria maratona di stelle di ieri e di oggi, per celebrare, la vera, solitaria, inaspettata, sensibile ed estremamente umana Marilyn.
“Io sono M.M. e non mi è permesso avere problemi, essere nervosa, provare sentimenti”…. “Il personaggio Marilyn è una sorta di mostro di Frankestein. L’ho creato e ora sono costretta ad interpretarlo ed è strano essere vittima della propria creazione” M.M.
Norma, Jane, Mortenson ( questo il suo nome originale ), non ha mai avuto dei “veri genitori” abbandonata dal padre e allontanata dalla madre ( pare soffrisse di gravi disturbi mentali) è stata “trasportata” senza scrupoli da una famiglia all’altra. Sin da piccola esprimeva già la sua solitudine, attraverso simbolici disegni e segni. Crudi. Infinitamente tristi. M.M. si è letteralmente costruita il suo personaggio pubblico, a scapito della propria privata, tenuta nascosta e conosciuta solo dai confidenti più intimi. Marilyn Monroe era una donna che non credeva che il vero amore fosse possibile, e ciononostante lo cercò per tutta la vita. Ha sofferto tanto e molto per l’incapacità di non avere figli. Adorava e amava all’inverosimile i bambini. Personalità complessa e a tratti incomprensibile !? Probabilmente si. Ma non da “caso clinico”. Ha vissuto la realtà di tante donne, divise tra forza e insicurezza, amore e carriera…il tutto in un equilibrio”perfettamente e sapientemente costruito”. Marilyn aveva “solo” bisogno di amore puro. Vero. Infinito. Incondizionato. Costante.
Ho guardato con molta, moltissima attenzione questo documentario. L’ho vissuto e interpretato col cuore. Penso che il suo vero fascino, fosse quello di dimostrare ed esprimere pubblicamente le sue debolezze, le sue fragilità. Senza nessun tipo di vergogna. Questo a mio parere la rendeva profondamente affascinante e dolcemente malinconica. M.M. non è stata solo un sex symbol e basta. Quella era la maschera che sapeva indossare abilmente quando entrava in scena. Quando si accendevano le luci. Lei amava leggere, studiare se stessa e il suo corpo. Ha letto tantissimi libri. Arte, anatomia, storia, letteratura. Era morbosa di cultura, voleva imparare, imparare e studiare più che poteva. Voleva Saper recitare, essere una vera professionista. Ha lottato, o almeno ci ha provato per combattere i mostri, quei mostri che si erano “impadroniti di lei”. Ma poi ha ceduto, ha mollato tutto. Si è arresa all’universo, è scivolata via senza chiedere il permesso.
Questo documentario vi farà realmente vedere quello che si nascondeva dietro un viso ed un corpo meraviglioso. Vi farà scoprire una Marilyn ancora più bella di quello che realmente era. Quella Marilyn che avrebbe voluto vivere una “vita normale” e che sognava di essere una farfalla….
Milton H. Greene copy 2012 Joshua Greene
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