A volte capita che l’idea di scrivere un nuovo articolo nasca così per caso guardando con tutta rilassatezza un documentario in tv. Ed è proprio quello che è successo l’altro ieri pomeriggio. Mentre facevo zapping, mi cade immediatamente l’occhio su un programma che parla delle varie tipologie di danza nel mondo. Si parlava di danza classica, di hip hop, di danza contemporanea, di flamenco, di danze africane. Ma una, una in particolare mi ha davvero rapita: il Kuchipudi. Ricordo ancora molto bene della mia prima volta in India e di quando con infinito stupore e meraviglia vidi quelle elegantissime ballerine dalla classe innata, con i loro splendidi e coloratissimi costumi confezionati con pregiatissime stoffe, esibirsi in un piccolo teatro locale del sud dell’India. Ad ogni loro passo bracciali e cavigliere (rigorosamente d’argento materiale di buon auspicio in India), tintinnavano quasi come volere portarti in una dimensione divina, fantastica e surreale. Non dimenticherò mai quello che ho “sentito” e provato quel giorno. Mai!
Ma ritorniamo al Kuchipudi. Nata in Andra Pradesh (India) circa cinquecento anni fa come una forma di teatro/ danza, questa danza popolare è stata creata da un gruppo di bramini del villaggio di Kuchipudi. Questa nuova forma artista popolare si diffuse molto velocemente in India. In origine questa danza era praticamente esclusivamente dagli uomini, escludendo le donne, che erano soliti girare per le corti dei re e per i villaggi circostanti a diffondere la loro arte. Ma poi col passare degli anni le cose cambiarono e a rappresentare questa meravigliosa forma artistica (considerata come danza classica dell’India) furono anche le donne. Il piede svolge un ruolo molto importante nelle danze indiane; esso ha infatti un profondo significato spirituale. L’usanza del Kuchipudi vuole che il piede sia colorato di rosso in determinati punti, questo per sottolinearne la forza e la vitalità. Un’affascinante rituale a Shiva (divinità maschile indiana), viene svolta come forma di rispetto e di devozione prima di ogni rappresentazione. Il compito degli artisti era ed è quello di trasmettere in maniera del tutto naturale e spontanea (come vogliono i movimenti stessi di questa danza), il profondo sentimento religioso alla gente comune che li osservava esibirsi.
In India si dice che ogni forma di Arte sia un mezzo per essere uno strumento perfetto. Strumento per liberarci dall’ego e dagli (tante volte superflui) attaccamenti della vita terrena.
Namaste ♥
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